mercoledì 10 aprile 2024

Il gioco della verità - (seconda parte) Drammaturgia Eloisa Guidarelli genere farsa

                  Il gioco della verità - Da sinistra Vania Moretti (Lisia) Benedetta Conte (Brigit) Eloisa Guidarelli (Gula)

 

Il Gioco della verità - parte seconda

 

SILENZIO, SGUARDI BASSI DI LISIA E BRIGIT, GULA FUMA IN FACCIA A BRIGIT CON ARIA DI SFIDA.

 

Gula – Bene, dimmi un poco, quando eri bambina, qual’è stata la tua prima cotta, perché tutti i bambini e le bambine si prendono delle cotte, anche in tenera età e… non sono affatto da sottovalutare, tu Brigit non ci hai mai raccontato nulla, eppure siamo cresciute tutte e tre insieme, bene questo è il momento, quale bambino ti piaceva di quelli che si frequentava tutte? (Pausa, poi tutta d’un fiato) Ricorda che hai giurato!

 

BRIGIT COMINCIA A SENTIRE CALDO SI SLACCIA I BOTTONI DELLA CAMICETTA, LIBERANDO IL COLLO, SI AGGIUSTA GLI OCCHIALI, GIOCA NERVOSA CON GLI ANELLI POI SI DECIDE E INCONTRA LO SGUARDO SADICO DI GULA.

 

Brigit – In effetti io faccio fatica a confessare questa cosa…

 

Gula – Anche perché io e Lisia col cazzo che ti assolviamo!

 

Lisia – (Verso Gula) Abbi pietà!

 

Gula – Sì, sì, lo dicevo con affetto, racconta.

 

SI SDRAIA SULLA SEDIA E SBATTE GLI ANFIBI IN FACCIA A BRIGIT SUL TAVOLO, CONTINUA A FUMARE MA IN MANIERA SENSUALE.

 

Brigit – Si giocava a nascondino…

 

Gula – Ma guarda! Ci giocavi anche tu?

 

Lisia – (Verso Gula)  Se non la finisci…

 

Gula – Scherzavo, scusate, scusate è solo per creare suspence. (Quasi tra sè) Che palle!

 

 

Brigit – Dicevo, si giocava a nascondino, era la prima volta che vi conoscevo, ricordate? Tutte e tre ci siamo conosciute quel giorno giocando a nascondino, ricordate?

 

Gula – Arriva al punto!

 

Brigit – Ricordo di un  bambino con i capelli neri, gli occhi grandi e neri, mi prende per mano all’improvviso e io lo seguo, ricordo che corriamo, ricordo che avevo i codini che volavano e che, lo amavo era, era una sensazione stupenda io, io non sapevo neanche il nome e... non importava lo seguivo e basta era, era il capo della banda era… forte la sua mano e mi stava salvando, mi stava nascondendo, (presa dall’entusiasmo alza la voce) immaginavo di uscire con lui e gridare pace libera tutti e salvare tutti gli altri bambini e… (trattiene di nuovo l’entusiasmo) le bambine mi avrebbero guardato come una principessa, perché ero con il bambino più bello e più veloce del vento, (presa dai ricordi, estasiata, come in trance) quello che aveva vinto la gara di sputo lontano, l’unico che sapeva cantare  Fratelli d’Italia a forza di rutti e… non ricordo gli altri primati, ero così felice. Io… (Si infiamma tutta, Lisia e Gula sono al culmine della sorpresa, Gula ha persino smesso di fumare) io ricordo quella stretta alla mano, l’erba  frustarci la faccia e, le gambe nude quando ci inoltriamo nella siepe per nasconderci, ricordo il suo dito contro quelle labbra perfette ancora sporche di more che avevamo mangiato mentre mi dice: SSSSSSST altrimenti ci scoprono!

 

Gula, Lisia – Poi, poi?

 

Brigit – Poi mi dice, faccio la pipì non ce la faccio più!

 

Lisia – (Presa dall’entusiasmo) E se lo tira fuori?

 

GULA GUARDA LISIA DI TRAVERSO, MA VIENE DISTOLTA IMMEDIATAMENTE DAL PIANTO DI BRIGIT.

 

 

Brigit – Mi sembrava strano che lui,  che lui non si vergognasse a farla davanti a me, io però mi ero girata e…

 

Lisia – (Sbuffando) Ma no!

 

Brigit – Ma poi la curiosità io,  (pausa) non ne avevo mai visto uno vero…

 

Gula – Non piangere Brigit, io ho ventisette anni e uno vero devo ancora vederlo! Beh? Allora, com’è finita?

 

Brigit  - Insomma, piano, piano cercavo di girare la testa, senza che lui mi vedesse, cercavo di vedere con la coda dell’occhio. Alla fine mi decido, mi giro e (pausa) non c’è più! (Scoppia in singhiozzi)

 

Lisia – Bastardo, se ne era andato così?

 

Brigit (Senza smettere di singhiozzare) – No, no, no, no! C’era! (Pausa) Ma era a chinino, era!

 

PAUSA , LISIA E GULA SI GUARDANO INTERROGANDOSI  MUTE.

 

Gula – Faceva la cacca?

 

Brigit – Magari!

 

LE DUE SI GUARDANO ANCORA PERPLESSE.

 

Brigit – Non avete capito niente, (sempre singhiozzando) era, era, era una bambina (scoppia in lacrime di nuovo).

 

LISIA E GULA RIMANGONO IMMOBILI, NON SANNO CHE FARE O CHE DIRE, POI GULA SINCERAMENTE COMMOSSA PROVA A SCUSARSI.

 

Gula – Brigit io non credevo che...

 

Brigit – (Urlando e piangendo disperata) E’ così che ho conosciuto te Gula, non ricordi?  Era Gula! Era Gula! (Con odio verso Gula) Sei soddisfatta adesso? (Se ne esce piangendo).

 

SILENZIO DI GRANDE IMBARAZZO. LISIA E GULA SI GUARDANO PERPLESSE. POI GULA ROMPE IL SILENZIO, ANCORA SMARRITA:

 

Gula – Mica mi ricordo io di questa pisciata!

 

BUIO. LA STANZA VUOTA, SUONA IL CAMPANELLO, LE TRE RAGAZZE URLANO ED ENTRANO IN SCENA CONTEMPORANEAMENTE CON UNA CORSA, LISIA E’ IN MUTANDE E MAGLIETTA, GULA ARRIVA INCIAMPANDO SUI PANTALONI MILITARI CHE SI TRASCINA SALTANDO A PIE’ PARI COME UN CONIGLIO, IN BOCCA LA CANOTTA, IN UNA MANO GLI ANFIBI, BRIGIT AVVOLTA NEL LENZUOLO.

 

 

Gula – (Allacciandosi i pantaloni, parlando con la canotta ancora in bocca e in reggiseno)  Hanno suonato!?

 

Lisia – (Balbettando) Sono… soltanto le otto. As… aspettavamo  qualcuno?

 

RIFLESSIONE, POI CORO SCONSOLATO.

 

-         No.

 

Gula – Allora ci siamo è il porco! (Parlando e masticando la canotta)

 

Brigit – Calma.

 

IL CAMPANELLO CONTINUA A SUONARE.

 

Lisia – Potremmo non esserci.

 

SI GUARDANO TERRORIZZATE.

 

Gula – E’ ora di affrontarlo, state dietro, apro la porta!

 

LE RAGAZZE CERCANO DI FERMARLA MA E’ TROPPO TARDI, GULA  APRE, SENTIAMO SBATTERE IMMEDIATAMENTE LA PORTA E VEDIAMO RIENTRARE GULA, CON L’ESPRESSIONE DI CHI HA APPENA VISTO UN FANTASMA.

 

Lisia – Che ti ha detto di così veloce?

 

 

Gula – Ha detto "Ah"! (Pausa) Siamo nei guai, (masticando la canottiera) è un uomo.

 

 Brigit – Lo sapevamo questo!

 

Gula  - Non è il vecchio!

 

Lisia – E chi è?

 

Gula – E che ne so, è giovane e bello e adesso che ne facciamo del nostro piano, col vecchio si andava sul sicuro, qualche smanceria e si prendeva tempo… tempo,  ci manca il tempo per organizzare un altro piano.

 

Lisia – Ma sempre uomo è!

 

SUONA DI NUOVO IL CAMPANELLO.

 

Gula – (Ancora con la canotta in bocca e gli anfibi in una mano, va nervosa verso la porta) Va bene bastardo, vuoi la guerra! Guerra avrai!

 

GULA ESCE DA UNA QUINTA, LA VEDIAMO RIENTRARE ARRETRANDO DI SCHIENA , ENTRA IN SCENA IL GIOVANE UOMO SORRIDENTE E SOLARE.

 

Fenice – Buongiorno, scusate per l’ora, signorina ha una canottiera in bocca.

 

GULA SI RENDE FINALMENTE CONTO E CON IMBARAZZO SE LA INFILA IN UN BALENO GUARDANDO CON ODIO LO SCONISCIUTO.

 

Fenice – Per carità non ho nulla in contrario, magari tutte le donne mi aprissero così! Scusate ancora il disturbo, in effetti io sono qui per riscuotere l’affitto, faccio le veci del vecchio, mio padre, lui si è dovuto assentare  per motivi di lavoro e ha chiesto a me, (guardandosi attorno e vedendo le ragazze in un angolo seminude che lo guardano a bocca aperta) sì, decisamente non è un bel momento, o cioè per me è bellissimo, ecco se, se volete andare a vestirvi, io… io, aspetto…

 

GULA FA UN CENNO ALLE RAGAZZE CHE ESCONO IMMEDIATAMENTE, POI SI AVVICINA ALL’UOMO SI PRENDE IL SIGARO  DALLA TASCA DEI PANTALONI, CONTINUA A SQUADRARLO, L’UOMO SI IMBARAZZA SEMPRE DI PIU’, FINO A QUANDO GULA LO FISSA ESPLICITAMENTE IN BASSO, L’UOMO DISPERATO CERCA UN DIALOGO CON LA SPECIE DI VIRAGO CHE SI TROVA DAVANTI.

 

Fenice – Non ci siamo presentati io…

 

Gula – Gula, (porgendo la mano e stringendogliela fino a fargli male, senza distogliere mai lo sguardo di sfida) nella mitologia assira, divinità femminile, compagna di Nibib, (l’uomo deglutisce, Gula scandisce ogni parola, la voce è calda e sensuale proveniente dall’utero) detto anche Zamama, Dio delle armi o della guerra. Era considerata come una personificazione del calore, (gli si avvicina alle labbra) sotto i due aspetti del calore, (di nuovo fa scendere lo sguardo lentamente verso il sesso, l’uomo è impietrito) quello che vivifica e… (pausa, di scatto lo guarda negli occhi) quello che uccide.

 

Fenice – (Imbarazzatissimo) Ah! Certo, un bel nome (pausa, lei lo sta divorando con lo sguardo, lui sta sudando) ma guarda che viaggi che si facevano questi Assiri eh?

 

IN QUEL MOMENTO ENTRA LISIA, HA UN VESTITINO ROSSO CHE CADE COME UNA SOTTOVESTE, UNO SPACCO SUL SENO, UNO SPACCO NELLA GONNA, SI AVVICINA AL RAGAZZO CHE LA GUARDA COME DI FRONTE A UN MIRAGGIO, PORGE LA MANO CON UN SORRISO RADIOSO.

 

Lisia  - Lisia, una delle più rinomate sirene.

 

Fenice –  Piacere, nessun nome potrebbe esserle più indicato. Piacere io...

 

FA PER PRESENTARSI QUANDO ENTRA BRIGIT  CHE PASSANDO DAVANTI A LISIA PORGE A SUA VOLTA LA MANO.

 

Brigit – Brigit, nella mitologia dei Celti d’Irlanda, dea della poesia e della sapienza.

 

 

L’UOMO RIMANE IMBARAZZATO DAI SEI OCCHI CHE FANNO CERCHIO SU DI LUI.

 

Fenice – Bene, tocca a me presentarmi, io, io mi chiamo Fenice.

 

SILENZIO, TUTTE LO GUARDANO CUPE, NON SODDISFATTE DAL NOME.

 

Fenice – (Fa un grande sospiro e si adegua) Fenice Anculis. Si, Fenice (pausa) uccello favoloso degli Egizi.

 

Lisia – (Rapita) Oh!

 

 

Fenice – (Incoraggiato) Originario dell’arabia, (guardando negli occhi Lisia) compariva soltanto ogni cinquecento anni…

 

Lisia – Oh, no! (Implorante)

 

Fenice - Già, che costituivano la sua vita, e giunto al termine di questo periodo si bruciava, per poi risorgere dalle proprie ceneri e (pausa, guardando tutte e tre con un sorriso) rivivere rinnovato.

GULA  LO GUARDA SOSPETTA E DIFFIDENTE.

Fenice – (Guardandola negli occhi come a sfidarla) Anculis, nella mitologia romana… (esita di fronte allo sguardo di sfida che gli ricambia Gula) quelle divinità minori (minimizzando con un gesto della mano) maschili e femminili, che servivano gli dei principali. Tali per esempio Ebe, Ganimede, Iride ecc…

 

Lisia – E riusciva a servirli tutti? (Eccitata)

 

Fenice – Oh beh! Questo io non lo so, ecco. (Trasale immediatamente ricordandosi il motivo per cui è venuto) Se vogliamo venire alla parte burocratica, io, io vi confesso che non ho mai sudato tanto nel richiedere un affitto.

 

Brigit – Ma non c’è fretta, si sieda, ci scusi non viene a trovarci tanta gente, così, beh… ecco non faccia complimenti, una tazza di thè? Qualche biscotto?

 

SENZA NEANCHE RENDERSENE CONTO SI ACCOMODA A SEDERE, LISIA GLI SPOSTA LA SEDIA E SUBITO SI SIEDE VICINA, GULA E BRIGIT ESCONO CON ARIA COSPIRATORIA.

 

Lisia – (Appoggiandosi sul tavolo e mostrando il generoso seno) Lei non tornerà tra cinquecento anni, vero?

Fenice – Cara Lisia, se potessimo scegliere i nostri nomi, beh… io non avrei mai scelto Fenice Anculis, soffro ogni volta che mi presento, lei è la prima che ha apprezzato questo nome, ma la sua amica, Gula, è sempre così, così, vede io temo di non piacerle affatto, per questo forse è meglio sbrigare questa faccenda dell’affitto, ecco…

 

Lisia – Si sbaglia, ti sbagli, posso darti del tu? Io la conosco gli piaci, anzi!

 

Fenice – Si? Come si comporta quando qualcuno non le piace?

 

Lisia – (Abbassando lo sguardo) Diciamo che è meglio non contraddirla.

 

Fenice – (La voce tremante) Capisco, c’è, c’è un bagno?

LISIA GLI INDICA UNA DELLE DUE QUINTE, FENICE SI INCAMMINA MENTRE BISBIGLIA DA SOLO:


Fenice – E poi dicono che con le donne bisogna prendere l’iniziativa, facile a dirsi! Non mi fanno respirare non mi fanno, e chi ci prova a prendere iniziative con queste, io no, io no di certo, ah! Io no!

 

BUIO. SONO TUTTE E TRE SOLE.

 

Gula – Dov’e’?

Lisia – In bagno.

Gula – E tu lo hai lasciato andare?

Lisia – Ma cosa dovevo fare?

Brigit – Prendiamo tempo, oggi diciamo che…

RIENTRA FENICE.

Fenice – Eccomi, qua. Sono ottocentomila.

Gula – (Con occhi di fuoco) Siamo pari,  hai utilizzato il bagno, no? (Lisia e Brigit la guardano sconcertate, Gula fa una grande pausa, poi feroce) Non li abbiamo.

Fenice – Ecco, temo sia un problema e tra qualche giorno?

Brigit – Sarebbe perfetto, sì…

Gula – Non li avremo neanche tra qualche giorno, è chiaro?

Fenice – Bene io non ho altra scelta che andarmene e…

Gula – Tu non hai altra scelta che rimanere! Chiudi la porta Lisia.

Lisia –   Sì.

 

LISIA SI ALLONTANA  SALTELLANDO PER CHIUDERE LA PORTA. BUIO. DI NUOVO LE TRE RAGAZZE IN SCENA. GULA PASSEGGIA NERVOSA.

 

Eloisa Guidarelli nella parte di Gula